giovedì 22 marzo 2012

Cosa mi spinge a voler volare ancora.....

 Mara sopra e sotto le macerie.....

 

ltre 20 mila cittadini assistiti, 339 in albergo e caserme.
A tre anni dal terremoto L’Aquila e i 56 borghi del cratere aspettano ancora la ricostruzione e il
centro del capoluogo d’Abruzzo, citta’ d’arte e di storia, e’ oggi una selva di tubi messi a puntellare quel che resta dei palazzi e delle chiese nel loro fragile equilibrio.
Ma i lavori sono fermi e le ferite ancora aperte.
Una ”Pompei del XXI secolo”: così lo storico Salvatore Settis ha definito di recente L’Aquila dopo averla visitata.
Alcuni numeri fanno capire quanto sia vasta la distruzione: solo tra le mura del capoluogo sono da ricostruire 177 ettari che si sommano ai 403 ettari delle frazioni. Gran parte delle macerie è ancora lì, insieme alle auto schiacciate dai crolli, ai vestiti appesi alle stampelle, ai resti di esistenze spezzate: giocattoli, cartoline, oggetti personali spuntano ancora oggi tra le rovine a ricordare la tragedia di tre anni fa, quando la notte del 6 aprile 2009, alle 3:32, una scossa di 5,9 della scala Richter provoco’ la morte di 309 persone.
Ad oggi, su una popolazione residente di oltre 70 mila abitanti, sono ancora 21.791 i cittadini che vivono in alloggi a carico dello Stato. Oltre 12 mila di loro vivono negli appartamenti del ”progetto C.A.S.E.” (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) ossia le 19 new town.
Sono lontane dall’Aquila e mancano del tutto i servizi. Inoltre la loro manutenzione e’ passata dalla Protezione Civile al Comune con non poche difficoltà.
Oltre 7 mila persone vivono invece nei MAP (Moduli Abitativi Provvisori), nelle case prese in affitto concordato con la Protezione Civile o attraverso il fondo immobiliare. E sono ancora 339 le persone alloggiate in alberghi e nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito. Di fronte ad una aspettativa di 15 anni e piu’ per rientrare nelle case in centro, molti proprietari ”esasperati” cominciano a vendere al Comune.
Insomma, a tre anni dal terremoto vivere all’Aquila è difficile e la qualità della vita è peggiorata notevolmente.
I cittadini non hanno piu’ un centro che prima era cuore pulsante della citta’. A risentirne di piu’ sono le fasce piu’ deboli: i giovani e gli anziani. Per i primi il luogo di incontro e’ ora il centro commerciale ed e’ cresciuto il consumo di alcol. Per i secondi l’isolamento nelle new town ha portato spesso a depressioni e abuso di psicofarmaci ul cui uso è aumentato del 300%. In questa emergenza l’aver perso casa non e’ l’unico dramma. In questo territorio gli effetti del terremoto si sommano alla generale crisi economica ed il risultato e’ il collasso. Aziende piccole e medie chiudono, i commercianti sono in crisi. Nel centro storico dell’Aquila hanno riaperto alcuni locali al piano stradale ma i palazzi che li ospitano sopra sono vuoti, disabitati e puntellati. I pochi incassi vengono quindi dai ”turisti delle macerie” o dagli aquilani che qualche volta fanno un giro in centro.

Questi sono i numeri e i motivi per i quali ho deciso anche quest'anno di far rivolare lo stormo delle "99 colombe", ho bisogno di luce e di speranza e voglio infonderne , finchè posso, a tutti coloro che per indotto diretto lavoreranno dentro Artemisia e Sorelle Nurzia per il nostro gruppo.
Voliamo insieme con L'Aquila e per L'Aquila, iniziative piccole ma importanti come questa, significano non mollare e soprattutto sperare e non permettere all'immobilismo e alla paura di vincere su di noi...
Grazie col cuore
Mara

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